24.11.2022
I masi dell’Alto Adige tra natura, storia e tradizioni

Informazioni sul latte

 

La cultura rurale come bene da condividere e preservare

La cultura rurale è di casa in Alto Adige. O meglio, è di maso. Sono ben 348, infatti, i masi altoatesini a essere posti, ad oggi, sotto tutela dei beni culturali di questi, più di 200 sono sotto tutela degli insiemi, in una strategia di sviluppo territoriale e urbanistico che esalta la cultura del territorio come bene comune e da condividere. In prima linea nel tramandare gli antichi valori sono i contadini, che, insieme alla Federazione Latterie Alto Adige, si prendono cura del territorio e degli animali, in un sistema cooperativo che preserva l’ambiente e le tradizioni fatte di pazienza, amore per il territorio e passione per il proprio lavoro. Chi meglio dei contadini, oggi proprietari dei masi, può raccontare questa storia centenaria fatta di tradizione e sapienza antica?

 

Dai loro masi, in cui contribuiscono a fornire prodotti lattiero-caseari di alta qualità, portano la loro esperienza le famiglie Mittermair e Kompatscher, rispettivamente proprietarie del maso Wieser e del maso Funtnatscherhof.

 

Il maso Wieser

Il maso Wieser, a Nova Ponente, possiede dal 1985 la certificazione di maso avito, in tedesco Erbhof, dicitura che onora le famiglie che da almeno 200 anni sono rimaste nel maso per via ereditaria diretta. I primi cenni dell’esistenza del maso risalgono al lontano 1336. L’anno più importante, però, è il 1700, quando la struttura passa nelle mani dei Mittermair. È da generazioni, infatti, che il maso viene gestito dalla famiglia, oggi composta da Maria, Albert e i loro 5 figli: Markus, Johanna, Susanne, Andreas e Toni. Oggi, il maso avito Wieser è stato riconvertito ad agriturismo, grazie ai suoi fiorenti 12 ettari di terreno circostante.

 

Qui, il latte viene prodotto proprio come una volta. Il fieno utilizzato per nutrire le mucche è quello dei prati intorno alla proprietà e il bestiame viene portato all’alpeggio da metà giugno a metà settembre. Sono 30 le mucche di razza grigio-alpina, uno dei presidi slowfood dell’Alto Adige, parte della famiglia Mittermair. Queste, in compagnia dei 7 vitellini, vengono munte tutti i giorni alle 6 del mattino e alle 6 di sera, secondo le antiche tradizioni rispettose degli animali e dell’ambiente, oggi come allora. Dopo la mungitura, le mucche pascolano all’aperto e, in seguito, rientrano in stalla per la notte.

 

I masi dell’Alto Adige

 

Il maso Funtnatscherhof

Altra famiglia che spicca per il suo impegno nel tramandare, ai figli e agli ospiti, la bellezza delle tradizioni contadine è la famiglia Kompatscher, proprietaria del maso Funtnatscherhof a Fiè allo Sciliar. Maso avito certificato dal 1988, le sue origini sono antichissime. Il maso Funtynetsch viene menzionato per la prima volta in un documento del 1351, mentre dal 1566 è nella proprietà dei Funtnätscher, tramandato di generazione in generazione.

 

Oggi la famiglia Kompatscher, proprio come i Mittermair, con cui condivide anche il numero di componenti (2 genitori e 5 figli) alleva 15 mucche di razza pezzata rossa, con un sistema a stabulazione libera, attività che ancora oggi non è cambiata e che lascia gli animali liberi di girare, mangiare o riposarsi nella stalla, senza nessun tipo di costrizione.

 

Per 365 giorni l’anno, l’impegno è costante e gli sforzi provengono da ogni membro della famiglia. I 5 figli di Thomas e Paula, infatti, pur non vivendo più al maso, sono ben felici di aiutare i genitori, consapevoli che, un giorno, uno di loro erediterà il maso chiuso e continuerà a scrivere, in prima persona, la storia di questa particolare struttura.